02 agosto 2016

Red Sleeping Beauty - Kristina [ALBUM Review]

Appena ho letto che la Shelflife stava per pubblicare un nuovo album dei Red Sleeping Beauty ho pensato che fosse una raccolta di vecchi pezzi. Non stiamo parlando in effetti della classica band che si è presa il classico biennio sabbatico tra un disco e l'altro, ma di un gruppo che ha fatto la storia dell'indie pop svedese e che non pubblica niente da - attenzione - quasi vent'anni!
La malattia e la lunga e difficile guarigione di Kristina Borg (a lei è dedicato il disco) sembra essere stata la scintilla che ha fatto riunire Niklas Angergård (sì, uno dei due Angergård degli Acid House Kings) e gli altri membri della band attorno a dieci canzoni che sono al contempo nuove e "vecchie", perchè sembrano davvero essere uscite dal repertorio dei Red Sleeping Beauty dei primi anni '90. 
I Nostri sono dei maesti in quella forma di indie pop tutta scandinava che mescola con onnivora eleganza e un tocco di ironia leggera elementi di elettronica (da quella più "popolare" ai Depeche Mode), chitarre acustiche e jangly, gusto per la melodia sixtie e di presa immediata, suggestioni esotiche, citazioni colte e meno colte. Artisti di adesso come Lost Tapes o Azure Blue, per dire, devono quasi tutto allo stile imbastito dai RSB due decenni fa.
Dal frullatore pop della band di Stoccolma escono oggi canzoni di grande fascino e piacevolezza come Cheryl Cheryl Bye e In The Darkest Hour e piccole gemme dal ritornello killer come Always e Tell Me More, dove i sinth convivono con naturalezza con gli strumenti analogici. 


 

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