23 maggio 2017

The BV's - Speaking From A Distance [ALBUM Review]

Come abbiamo già avuto modo di dire in passato, la poetica che quasi trent'anni fa riuscì a creare la Sarah Records è uno dei canoni più influenti sull'indie pop di oggi. Considerando che gran parte dei gruppi odierni che si ispirano all'estetica della label di Bristol all'epoca non erano nemmeno nati, di certo non si può parlare di nostalgia. Piuttosto è una questione di attitudine: l'adesione ad un modo di scrivere e suonare canzoni che era allora ed è oggi magnificamente demodé. Tante band si limitano ad una sostanziale imitazione dei modelli e dichiarano volentieri i loro ascolti del movimento C86, dei gruppi della Flying Nun e dintorni. Altre invece - a prescindere dalle somiglianze e dagli omaggi più o meno consapevoli - utilizzano le suggestioni del passato per creare un suono personale. 
E' senz'altro il caso dei The BV's, duo proveniente da Falmouth che con Speaking From A Distance si mette subito in lizza per vincere il titolo di debutto indie pop dell'anno. Già l'origine della band profuma di piccola vicenda esemplare: Frederik Jehle, che è tedesco, si è trasferito per sei mesi in Inghilterra ed è finito per caso a vivere nello stesso appartamento con Josh Turner; i due, che sono musicisti, scoprono un retroterra di ascolti compatibile e cominciano a registrare in casa canzoni che solo grazie all'interesse di una piccola label di Augsburg oggi possiamo scoprire. 
I dodici episodi del disco parlano una lingua che ogni appassionato di indie pop capisce al volo: chitarre jangly in uno splendido ipnotico profluvio, un pensoso dinamismo che tutto pervade, melodie placide e immediate al tempo stesso, suono ovunque lo-fi, qualche strategica impennata elettrica ed una scelta di equilibrio che sta a metà tra la pop song di due minuti (H And M è la mia preferita) e composizioni più dilatate e complesse che invadono volentieri il campo del dream pop con lunghe partiture strumentali e riverberi.
Può darsi che nei 45 minuti dell'album (che i due BV's ci chiedono di ascoltare senza interruzioni) qualcosa non convinca a pieno, ma è indubbio che Fred e Josh abbiano un talento ammirevole nel maneggiare questo tipo di materia, e pezzi come Ray, Im Spiegel Deiner Augen, To No Ar, Always sono dei gioiellini che brillano di luce propria.


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