11 aprile 2016

Japanese Breakfast - Psychopomp [ALBUM Review]

Nella religione degli antichi greci, lo "psicopompo" era una divinità che accompagnava le anime dei morti nell'oltretomba. Michelle Zauner, la musicista che sta dietro il progetto Japanese Breakfast (ed anche alla band Little Big League), ha in effetti costruito il suo Psychopomp come una sorta di concept album dedicato alla recente perdita di sua madre. Al di là delle premesse (e delle liriche, frutto di una inquieta introversione), la musica della Zauner possiede un'energia melodica decisamente straniante visto il soggetto, viaggiando negli stessi territori cantautorali, obliqui ed immediati al tempo stesso, di una Waxahatchee o della Cat Power migliore.  
Le 9 canzoni dell'album tracciano un percorso dall'evidente funzione catartica, dall'iniziale complessa In Heaven, con la sua atmosferica e spiraliforme stratificazione strumentale quasi shoegaze tenuta insieme da una melodia insolitamente catchy, fino alle dilatazioni emotive di Triple 7. In mezzo si alternano episodi di ruvida dolcezza come Rugged Country e dichiaratamente pop come Everybody Wants To Love You, elegie disturbate come l'inafferrabile Jane Cum e preziosi florilegi indie-rock come Heft, con la spontaneità vocale della Zauner come onnipresente marchio distintivo. 
Si tratta in fondo solo di un piccolo disco (25 minuti in tutto), ma la critica americana lo sta già incensando. A ragione. 



Nessun commento: