06 maggio 2016

Pity Sex - White Hot Moon [ALBUM Review]

Non del tutto shoegaze, non del tutto noise pop, i Pity Sex confermano con il loro secondo album di essere in qualche modo ancora a metà del guado nella costruzione del loro stile, spartendo con voluta equità carezze e rasoiate. Le dodici canzoni di White Hot Moon cuciono insieme una chiara propensione melodica (incarnata soprattutto dalla voce delicata di Britty Drake) su un ruvido tessuto di chitarre distorte, con risultati che strappano gli applausi quando la dialettica forza/dolcezza è messa in evidenza (Burden You, Bonhomie, September, Dandelion) e convincono meno quando i toni si fanno più oscuri. 
L'impressione è che il gruppo di Ann Harbor abbia un talento particolare nel tessere trame dream pop innervate di elettricità (c'è qualcosa nell'aria da quelle parti, dagli Stooges in giù), accelerando qua e là i ritmi con notevole efficacia, ma che non lo sfrutti del tutto, forse per paura di levigare in eccesso gli angoli del proprio suono. 


 

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