09 agosto 2016

Snail Mail - Habit [EP Review]

I haven't felt right in a week canta Lindsey Jordan nel primo verso di Thinning, il pezzo che apre l' EP di debutto di Snail Mail. In effetti, se stiamo alle liriche - essenziali ma decisamente efficaci - dei 6 episodi del disco, l'umore è quello di un inquieto ma quasi rassegnato disagio adolescenziale. Lindsey, che vive a Baltimore, Maryland e ha 17 anni, ha scritto e suonato queste canzoni in camera sua con un paio di compagni, e la produzione di Habit non ha aggiunto particolari abbellimenti alla nudità originale dei pezzi, in bilico tra una dimensione cantautorale ed la ruvidità indie di una Waxahatchee. 
Fin qui nulla di particolarmente strano: di diciassettenni di provincia che imbracciano una chitarra e danno sfogo alla loro alienazione ce ne sono e ce ne saranno sempre. Ciò che sorprende però nelle canzoni di Snail Mail è la densità, la maturità di scrittura, quella innegabile immediatezza capace di imprimere slancio melodico anche ai momenti emotivamente più cupi (il finale di Static Buzz è esemplare) e, bisogna dirlo, una complessiva sicurezza strumentale (la chitarra elettrica della Jordan ma anche il drumming mai scontato di Shawn Durham) che per dei liceali è quanto meno stupefacente. 
Pezzi ampi come Dirt o Slug, con la loro trattenuta esuberanza, centrano perfettamente l'idea di songwriting introverso ed al contempo energico di Snail Mail, ma è con la lunga, morbida e insieme straziante Stick, la canzone che chiude l'EP, che Lindsey Jordan mette in luce tutto il suo talento, in una ballata da loser voce-chitarra che mette i brividi. 


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