26 settembre 2016

Chook Race - Around The House [ALBUM Review]

La casetta suburbana che campeggia nella copertina di Around The House, secondo album degli australiani Chook Race, ci fa pensare che dietro le aiuole curate e i muri di mattoni ci sia un garage in cui la band prova e costruisce le sue canzoni. Insomma, ci fa pensare a quella dimensione casalinga che è connaturata all'indie pop e che suscita subito la nostra simpatia.
Al di là di questo, bisogna dire che fin dalle prime note di Hard To Clean, il pezzo che apre il disco, i Chook Race si fanno amare. Le chitarre partono jangly, poi si fanno via via più dense e dinamiche. Le voci del chitarrista Matthew Liveradis e della batterista Carolyn Hawkins si sovrappongono con una fluida naturalezza. La melodia è semplice e sorniona e ti si appiccica addosso senza colpo ferire.
Una formula che nei pezzi successivi - tutti ottitmi: Sometimes, Eggshells, At Your Door, etc. - sembra perfezionarsi sempre più, mantenendo quella dimensione artigianale (i suoni leggermente sporchi, la produzione essenziale) che si sposa alla grande con una perizia di scrittura e di esecuzione che i tre di Melbourne possiedono assolutamente. La marca di fondo è l'indie leggendario della Flyng Nun, dei Bats, dei maestri Go Betweens, ma i Chook Race hanno personalità da vendere e apparentemente non sbagliano un solo episodio.
Uno degli album imperdibili dell'anno. 


 

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