27 luglio 2017

Chastity Belt - I Used To Spend So Much Time Alone [ALBUM Review]

Ci sono diverse band nell'indie pop - i primi che mi vengono in mente sono i Fear Of Men - che costruiscono la propria dimensione stilistica in un equilibrio fra inquieta malinconia e ricerca di un suono che sia al contempo atmosferico e diretto. 
Le Chastity Belt appartengono senz'altro a questa tipologia di band, quindi già in partenza attribuiamo loro un bonus di interesse e stima. Stima che cresce esponenzialmente canzone dopo canzone, ascoltando questo I Used To Spend So Much Time Alone, che se conto bene è il terzo album del quartetto tutto femminile di Walla Walla, un paesone sperduto ai confini meridionali dello stato di Washington. 
La bravura di Julia Shapiro e compagne - diciamolo subito - sta soprattutto nella capacità di mescolare oscurità e luce all'interno della struttura di ogni pezzo: prendiamo ad esempio la brillante dicotomia fra strofe e rotornello di This Time Of Night, con le chitarre che guidano la melodia fuori da strade oblique verso una flebile ma brillante speranza. E il copione si ripete quasi ovunque, dall'incipit disincantato di  Caught In A Lie alla sua apertura improvvisa quasi antemica ("Is this what you want, is this who you want me to be"), stessa cosa che accade nell'avvolgente Complain ("I'm not ok" ribadisce Shapiro nel memorabile chorus). 
L'album si snoda così, a mezza luce ma con un timone stilistico ben saldo nelle mani delle ragazze, e con le tre bonus track sfioriamo l'ora di durata. Forse troppo, ma in realtà alla fine sarebbe difficile decidere cosa togliere dal mazzo. Di sicuro non quel piccolo capolavoro che si intitola It's So Obvious, lenta e delicata ballata obliqua che paradossalmente rimonta al contrario la struttura degli altri pezzi. Sicuramente non la splendida (e sempre un po' storta) pennellata di intimismo elettro-acustico di What The Hell. Sicuramente non il crescendo strumentale quasi commovente di Something Else. Sicuramente non lo scabro cantautorato à la Hinds di Used To Spend.
Uno dei dischi dell'anno. Consigliato.


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